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Consigli Utili

Disturbi del linguaggio nei bambini?

Disturbi del linguaggio nei bambini

Scopri i consigli della nostra Logopedista, la Dott.essa Sara Riccardo

Il linguaggio è una funzione cognitiva estremamente complessa che, in situazioni di sviluppo tipico, ovvero in assenza di deficit o di rischio ambientale, viene in genere acquisita con apparente facilità e naturalezza (Kuhl, 2010). Tuttavia non tutti i bambini seguono necessariamente le tappe delineate: alcuni presentano ritardo nello sviluppo linguistico, altri uno sviluppo non solo ritardato ma anche deviante. In queste circostanze si possono distinguere 4 diversi tipi di DISTURBI:

  • Linguaggio: persistente difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di diverse modalità di linguaggio (parlato, scritto, gestuale o di altro tipo) dovuta a deficit di comprensione e/o produzione e caratterizzata da un lessico ridotto, una limitata strutturazione delle frasi e una compromissione delle capacità discorsive (immagine 1);
  • Fonetico-fonologico: persistente difficoltà nella produzione di suoni linguistici che interferisce con l’intelligibilità dell’eloquio o impedisce la comunicazione verbale (immagine 2);
  • Fluenza con esordio nell’infanzia (Balbuzie): alterazioni della normale fluenza e della prosodia dell’eloquio che risultano essere inappropriate per l’età e per le abilità linguistiche (immagine 3);
  • Comunicazione sociale (Pragmatica): persistenti difficoltà nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale che si manifestano attraverso deficit nell’uso della comunicazione per scopi sociali, compromissione della capacità di modificare la comunicazione per renderla adeguata al contesto o alle esigenze di chi ascolta, difficoltà nel seguire le regole della conversazione, difficoltà nel compiere le inferenze necessaria a risalire a informazioni non esplicitate chiaramente o nel riconoscere significati ambigui (immagine 4).

Erroneamente si può pensare che:

• i bambini che non parlano bene sono pigri; questo è un falso mito che va sfatato, perché dimostra solo una scarsa voglia da parte di noi adulti di comprendere il sistema linguistico dei bambini. A volte i piccoli tendono a pronunciare male alcune parole o a dire bene alcuni suoni in determinati contesti e a non saperlo più fare in altri o potrebbero avere un vocabolario espressivo povero, ma questo NON vuol dire che siano pigri o svogliati. Attribuire tutto alla pigrizia del bambino significa non dare il giusto riconoscimento alla situazione (oltre a mettere un’etichetta addosso a bambino) e, quindi, sottovalutarla.

• i disturbi di linguaggio spariranno con la crescita; i bambini hanno uno sviluppo fisiologico del linguaggio e diventa sempre più corretto con la crescita. Questo è universalmente vero, ma non è del tutto consono dire che eventuali problemi del linguaggio spariscano automaticamente col tempo. Questo può avvenire, ma non va dato per scontato e di solito non è così. Quando un bambino ha problemi di linguaggio è raccomandabile portarlo da una logopedista che valuterà se è il caso o meno di intervenire in base all’età del bambino e dal tipo di problema. Va inoltre ricordato che nella maggior parte dei casi prima si interviene e migliori e più veloci saranno i risultati che si otterranno.

Cosa fare quindi per riconoscere i problemi il prima possibile?

Ogni bambino ha una sua traiettoria evolutiva nello sviluppo del linguaggio, tuttavia ci sono delle tappe fisiologiche che dovrebbero essere raggiunte entro un certo margine di tempo.
È importante riconoscere e intercettare il prima possibile eventuali problematiche in modo tale da poter intervenire nella maniera più efficace, tuttavia è bene precisare che la variabilità nel raggiungimento di queste tappe non indica necessariamente la presenza di un problema.

I CAMPANELLI D’ALLARME:

1. Assenza di lallazione: la lallazione canonica, ovvero la ripetizione di sillabe uguali come “ma ma ma” o”pa pa pa” costituisce la prima forma di sperimentazione di suoni linguistici da parte del bimbo, al di là dei suoni gutturali e della produzione di vocalizzi. Dovrebbe essere presente intorno ai 6-10 mesi.
Ritardo nella comparsa dei gesti deittici (gesto di indicare) e referenziali (gesti che si riferiscono a qualcosa): la presenza dei gesti che si riferiscono a qualcosa e veicolano delle interazioni sociale sono fondamentali nello sviluppo del linguaggio e sono la prima forma di astrazione. Tali gesti dovrebbero comparire intorno ai 9-15 mesi.

2. Ritardata produzione delle prime paroline: le prime parole dotate di significato dovrebbero comparire intorno ai 12-15 mesi.

3. Produzione inferiore a 50 parole a 24 mesi: tra i 17 e 24 mesi, infatti, dovrebbe verificarsi “l’esplosione del vocabolario”, ovvero una crescita esponenziale delle parole prodotte dal bambino.

4. Mancanza di combinazione tra parole: già dai 20-24 mesi i bambini dovrebbero essere in grado di combinare due o più parole e scarsa intenzionalità comunicativa.

Quali sono le strategie che possono favorire lo sviluppo del linguaggio?

  • aspettate sempre una risposta, considerando valida qualsiasi tipo essa sia (cenno, parola, contatto oculare)
  • abbiate pazienza e non anticipate un pensiero o una risposta che presumete voglia dire, infatti in questo modo il vostro bambino tenderà ad adagiarsi e non fare fatica sapendo che un adulto lo farà al posto suo
  • date il buon esempio, cioè se un bambino pronuncia male una parola non chiedete di ripetere ma ripetetela correttamente. Ciò sarà un buon input per poterla poi pronunciare nel modo giusto.
  • parlate con termini semplici, ma corretti
  • fare attività insieme (puzzle, leggere un libro, disegnare, giocare, cucinare ecc.) è uno dei modi coinvolgenti per parlare insieme ed apprendere il linguaggio
  • sfruttare le routine: fare le azioni quotidiane infatti, come lavarsi i denti, apparecchiare, fare colazione ecc. è uno dei momenti migliori di apprendimento del bambino perché vi è la ripetizione delle stesse parole
  • fare domande aperte, in questo modo il bambino sarà stimolato ad ampliare il linguaggio

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